www.consorzionazionalelogistica.com

CNL INFORMA


Data pubblicazione:
31.01.2023


Trasporto mercantile, l’incertezza fa salire l’età media delle navi

L’evoluzione delle normative, i prezzi dell’energia, l’instabilità del mercato dei noli frenano gli investimenti e contribuiscono a far crescere l’età media del parco flotte. - Secondo le analisi presentate nell’ultima Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo, il 2023, dopo un anno record in cui il commercio globale ha toccato la cifra di 32 trilioni di dollari, sarà costretto a segnare il passo.

Il rallentamento sarà in gran parte dovuto al persistere delle forti tensioni geopolitiche e dall’aggravarsi della situazione economica sotto la spinta dell’incremento dei costi energetici, dell’innalzamento dei tassi di interesse e dell’inflazione.

A ciò si aggiungano i cambiamenti in atto nelle catene di approvvigionamento e l’adozione di nuove strategie per la diversificazione dei fornitori e per riportare le supply chain più vicine ai mercati di commercializzazione.

Lo scenario con cui si è aperto il nuovo anno è inoltre caratterizzato da un calo della domanda in molti settori, fenomeno peraltro già evidenziato nell’ultimo trimestre 2022.

L’insieme di tutti questi fattori contribuisce a generare un clima di incertezza, certamente non favorevole, a cui non fa eccezione il trasporto mercantile le cui decisioni di investimento hanno bisogno di essere sostenute da previsioni di lungo periodo.

Sul settore in questione, inoltre, gravano anche altri due elementi che ne condizionano nell’immediato lo sviluppo, costituiti dall’instabilità del mercato delle tariffe dei noli e dal cambiamento delle normative in linea con i dettami della transizione ecologica.

L’invecchiamento del parco navi
Il clima di incertezza e le poco rassicuranti previsioni si ripercuotono nelle decisioni degli armatori marittimi di dotarsi di nuovi e più moderni vettori.

Si stima che l’età media della flotta mercantile globale, negli ultimi 10 anni, sia cresciuta del 10% (dato UNCTAD), attestandosi ora a 21,9 anni contro i 19,9 anni rilevato nel 2019.

In questo contesto, malgrado sia riconosciuta la necessità di poter disporre di nuove navi in grado di utilizzare combustibili più ecologici ed economici e dotate dei sistemi più moderni per dialogare con catene di approvvigionamento sempre più digitalizzate, i volumi di costruzione navale risultano bassi.

Ad inizio 2022 la crescita stimata dell’intero settore mercantile mondiale è stata del 2,95%, un valore decisamente modesto che sconta anche i timori dei costruttori per l’incremento dei prezzi delle materie prime e delle norme, in continua rapida evoluzione, da seguire.

Da rilevare che, nello stesso periodo, le navi per trasporto di gas liquido hanno registrato un incremento dell’8,15% trainate da una richiesta particolarmente alta dovuta alla crisi energetica.

Analogamente, seppur con una dinamica più moderata, anche le navi portacontainer hanno manifestato una crescita del 4,11%, a testimonianza dell’urgenza di soddisfare la domanda di maggior capacità creatasi a fine pandemia.

Tuttavia, nel corso del 2022 le vendite di portacontainer hanno subito una perdita in termini di capacità del 53% per un totale di 950.300 Teu rispetto all’anno precedente, tornando sui valori medi del decennio precedente.

La resistenza a nuovi investimenti
La discesa dei noli, dopo le eccezionali quotazioni stabilite sino a metà dello scorso anno, e l’incertezza sui nuovi modelli di efficienza operativa da adottare e su come raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, costituiscono fattori di resistenza a futuri investimenti nel comparto delle navi portacontainer, da parte degli armatori.

Si tenga inoltre presente che nei prossimi anni, alcune già quest’anno, saranno portate a compimento le navi ordinate nel momento di maggior richiesta.

Il loro ingresso sul mercato avrà l’effetto di aumentare una capacità totale che oggi non trova più effettivo riscontro nella domanda, diventata più prudente e, in taluni casi, condizionata dal diminuito potere d’acquisto.

Il problema sarà quello di rottamare le navi più vecchie e non rispondenti alle nuove esigenze tecnologiche, operazione che però non appare semplice essendo tali vettori di dimensioni più contenute rispetto a quelli prossimi a varo.

Resistenza ad investire in nuove costruzioni si riscontra anche per le navi cisterne e per i cargo adibiti al trasporto delle rinfuse secche.

Per questi casi, le motivazioni appaiono più sfumate e meno precise.

In particolare, per quanto riguarda il settore delle cisterne, esso appare molto redditizio ma i timori sono legati al futuro ed alla prospettive che possono offrire i cambiamenti che la transizione ecologica potrà determinare sul mercato del petrolio e sullo sviluppo di fonti energetiche alternative.

FONTE: https://www.logisticanews.it/trasporto-mercantile-lincertezza-fa-salire-leta-media-delle-navi/


cnl logistica spedizioni, trasporti

Clicca sulle immagini per la versione zoom