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Data pubblicazione:
30.03.2023


Anno nero per il traffico container globale, ma l’Italia è in controtendenza

Alla significativa contrazione a livello mondiale del trasporto container nel 2022, si contrappone la performance positiva dei porti italiani che si avvantaggiano sia su quelli del Mediterraneo che del Nord Europa. - L’andamento economico mondiale nel 2022, ora che gli analisti hanno potuto tirare le somme, sembra essere risultato meno negativo del previsto.

Abbandonati i fantasmi più neri dell’emergenza Covid-19, anche lo shock della guerra in Ucraina, almeno sul piano economico, appare sia stato metabolizzato lasciando il passo ad una considerevole forza di reazione da parte di quasi tutti i comparti industriali e commerciali.

Tuttavia, le previsioni per il 2023 appaiono molto prudenti sia per il permanere delle tensioni geopolitiche, fonte di instabilità, sia per le misure adottate dalle banche centrali per contrastare l’inflazione che si sono tradotte in un aumento inevitabile dei tassi che rischia di frenare le possibilità di ripresa dei singoli paesi.

Ciò, nonostante il fatto che la pressione sui prezzi dei beni energetici si sia attenuata ed i costi delle materie prime, il cui rialzo aveva caratterizzato buona parte dell’anno scorso, abbiano subito un forte ridimensionamento.

In questo scenario si inseriscono i dati contenuti nell’ultimo Economic Outlook redatto da Fedespedi, la federazione nazionale delle case di spedizione, a marzo 2023, relativo all’andamento del trasporto merci via cargo aereo, autostrada e via mare.

Di quest’ultimo riportiamo, di seguito, i principali andamenti.

Tendenze dello shipping internazionale
L’anno scorso è stato, senza dubbio, un anno nero per il traffico container in tutto il mondo caratterizzato da una flessione a livello globale del 3,9%, la più alta dalla crisi finanziaria del 2009.

Il volume delle movimentazioni ha comunque raggiunto 173,7 milioni di teu.

Le tensioni geopolitiche, ed in particolare il conflitto tra Russia e Ucraina, sono alla base di questo calo che ha interessato un po’ tutte le aree geografiche ad eccezione dell’Africa sub-sahariana e si è manifestato soprattutto nella seconda metà del 2022 toccando una caduta del 6,7% a dicembre sull’analogo mese dell’anno precedente.

Un ulteriore fattore che ha, inoltre, rallentato il traffico container è costituito dall’economia cinese che ha accusato le ripercussioni della politica zero Covid ed i conseguenti lockdown che hanno bloccato l’attività produttiva industriale locale, vero punto centrale di molte supply chain internazionali.

Da notare, comunque, che i principali porti cinesi hanno contenuto le difficoltà ed alla fine hanno conseguito un risultato positivo segnando un incremento del 3,8%.

A farne le spese, tra gli scali asiatici, sono stati invece i porti di Hong Kong (-6,5%), Busan nella Corea del Sud (-3,1%) e Singapore (-0,7%).

Segno positivo per i porti italiani
In completa opposizione con la congiuntura mondiale, i porti italiani nel 2022 hanno registrato un volume di movimentazioni di 11,5 milioni di teu, con un incremento del 2,4% rispetto al 2021.

Un risultato importante anche rispetto ai diretti concorrenti quali i porti del Mar Mediterraneo che hanno accusato una perdita dell’1% ed hanno movimentato 42,5 milioni di teu e dove le performance più negative sono state di Valencia (-9,9%), Pireo (-7,3%) e Alessandria (-6%).

Analogamente anche gli scali del Nord Europa, con un volume di 43,8 milioni di teu hanno manifestato una flessione del 5,2%, a causa principalmente della diminuzione dei traffici con la Cina e la Russia.

Significative a tale proposito le perdite evidenziate sia da Rotterdam (-5,5%) e Anversa-Bruges (-5,2%), tra le peggiori nell’ambito dei principali porti mondiali.

I porti italiani, per contro, hanno dimostrato di essere meno sensibili alle variazioni del transhipment e quindi meno soggetti alle decisioni degli armatori ed ai mutamenti per convenienze tariffarie.

La crescita, pur non omogenea geograficamente, ha coinvolto quasi tutti i maggiori scali nazionali con le sole eccezioni di Genova (-1%), La Spezia (-8,2%) e Salerno (-13,7%).

Da segnalare, infine, la forte ripresa del porto di Trieste (+15,9%) e Savona (+19,4%).

Le attese a breve termine
Come osservato, le previsioni per il 2023 rimangono molto incerte per il perdurare di forti fattori di incertezza economica.

In particolare, per quanto riguarda il settore specifico, il 2022 ha visto anche la progressiva flessione dei noli dei container dopo la stagione d’oro determinata dall’emergenza sanitaria, in primis.

Tale caduta delle tariffe, sostenuta da un non previsto calo della domanda, non sembra ancora aver toccato il suo punto di minimo e sta incidendo sulla capacità disponibile anche se si vanno registrando miglioramenti nel servizio.

Sono infatti diminuiti i ritardi accumulati dalle navi ed oggi circa il 57% dei carichi ha riacquistato puntualità; anche i giorni di ritardo sono in diminuzione e sono passati a 5,4 giorni mediamente.

Tutto ciò lascia pensare ad un anno di contenimento e di attenzione per le evoluzioni in atto sul versante sia economico mondiale che politico.

FONTE: https://www.logisticanews.it/anno-nero-per-il-traffico-container-globale-ma-litalia-e-in-controtendenza/


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